sabato 31 marzo 2012

Ciao Vigor!

Ti porterò nel mio cuore come un regalo grande, come un bambino porta con sè a dormire il gioco che tanto desiderava.
La tua foto la guarderò ogni giorno, tra l'autografo di Ben Harper e l'orologio col gufo.
Il tuo numero sarà altro tatuaggio sul mio corpo.
Per esserci stato, grazie comunque.
Per quegli abbracci...
Ciao Vigor!

domenica 22 gennaio 2012

Tradizioni raffinate

I cinesi hanno da sempre allevato uccelli, e un modo per augurare a qualcuno la felicità è: «Che tu possa diventar vecchio e aver cura di un nipote e di un uccello». Spesso quest’immagine della felicità la si vede a spasso per le strade:
un vecchio che spinge una carrozzina di bambù con un bambino e, accanto, una bella gabbia con un uccello.
Per un cinese avere un canarino o un usignolo non vuoi dire tenerlo a casa come fosse un soprammobile. Vuoi dire avere un compagno con cui si va a passeggio, con cui si chiacchiera e si gioca.
Quando ancora è buio, e il sole balugina appena all’orizzonte, decine di vecchi sono già in coda davanti ai cancelli dei parchi pubblici di Pechino, ciascuno con una gabbia che fa dondolare ritmicamente con la mano. Le gabbie vengono appese ai rami degli alberi e, mentre gli uccelli cantano, i vecchi, sotto, parlano degli uccelli e delle gioie che questi danno.
Le gabbie sono di vario tipo, ma ognuna è un capolavoro in miniatura con le sue porte scorrevoli, le tazzine di porcellana, spesso antica e nello stile dei vasi più famosi, a volte persino con un vasetto e un minuscolo fiore che l’uccello dovrebbe godersi, cantando di gioia alla sua vista. Le gabbie cinesi, contrariamente a quelle occidentali, non hanno all’interno un’altalena sulla quale l’uccello dondola rafforzandosi le gambe. Sono i vecchi che, camminando, fanno oscillare l’intera gabbia in modo che non solo gli uccelli si rafforzano dovendosi tenere in equilibrio ma loro stessi fanno ginnastica coi polsi ed evitano così i reumatismi. Finezze d’Oriente.

Tiziano Terzani, Un mondo che non esiste più, Longanesi, 2010.

domenica 15 gennaio 2012

Il mio sogno era stato il loro incubo




Mi fu subito chiaro che la realtà era meno affascinante dei sogni. Andai a cercare quella speciale forma di socialismo che si diceva fosse stata costruita in Cina, ma non trovai altro che un esperimento fallito malamente. Non finisco mai di meravigliarmi quando vedo sulla piazza Tian An Men i ritratti di quei soliti quattro europei con la barba, Marx, Engels, Stalin, Lenin, assassini utopisti che dovrebbero ispirare i cinesi. Come è possibile che, alla ricerca di un modo di vivere nuovo, la Cina millenaria, quella della immensa cultura, abbia a rifarsi a due tedeschi e due russi di cui uno certamente fra i più grandi assassini della storia? Eppure è così. Quello che veniva raccontato dalla gente non risultava nel Libretto Rosso di Mao o dalla letteratura di propaganda della Nuova Cina. Io mi resi conto prestissimo che il mio sogno era stato l'incubo dei cinesi.


Tiziano Terzani, Un mondo che non esiste più, Longanesi, 2010.

lunedì 26 dicembre 2011

E il mio futuro?

Il cammino si forma a mano a mano che procediamo, e ad ogni passo si aprono mille possibilità. La nostra è una scelta continua. Ma che cosa ci spinge a compiere una determinata scelta? Dipende dalla personalità con cui ci siamo formati nell'infanzia. Insomma, quello che chiamiamo futuro è una ripetizione del passato.

Il male si trasmette di generazione in generazione: la persona stregata si converte in stregone proiettando sui figli ciò che prima era stato proiettato su di lei...a meno che non si acquisti consapevolezza spezzando così il circolo vizioso. Non dobbiamo avere paura d'immergerci profondamente in noi stessi per affrontare l'orrore della mancata realizzazione.

Dal momento che ne abbiamo preso consapevolezza, in un modo o nell'altro anche la famiglia comincia ad evolvere, e non soltanto i vivi, ma anche i morti: il passato non è inamovibile, ma cambia a seconda dei punti di vista.

L'albero genealogico si comporta, con tutte le sue componenti, come un individuo, come un essere vivente. Ho chiamato lo studio di questi problemi "psicogenealogia". L'inconscio non è scientifico, è artistico. Il paziente deve fare la pace col suo inconscio, non deve liberarsi di lui ma trasformarlo in alleato. Se impariamo il suo linguaggio, si mette a lavorare per noi.

Alejandro Jodorowsky, La Danza della Realtà, 2001

La danza della realtà


Pensai che potevo diventare un santo civile: la santità non doveva essere necessariamente legata alla castità o alla rinuncia. Un santo civile poteva benissimo evitare di entrare in un tempio e non aveva nemmeno bisogno di venerare un dio con un nome ed un'immagine predefiniti. Quest'uomo, con una coscienza non soltanto sociale, non soltanto planetaria, ma anche cosmica, essendo stato capace di andare al di là degli interessi esclusivamente personali avrebbe saputo agire a vantaggio del mondo. Sentendosi unito all'universo, i dolori degli altri erano i suoi dolori, ma le gioie degli altri erano anche le sue gioie. Sapeva compatire ed aiutare il bisognoso, così come plaudire all'uomo di successo, sempre che questi non fosse uno sfruttatore. Il santo civile sentiva di possedere il pianeta: l'aria, le terre, gli animali, l'acqua, le energie di base erano suoi, e si comportava come fosse il padrone, badando sempre a non danneggiare le sue proprietà. Il santo civile era capace di generosi atti anonimi. Amando l'umanità, aveva imparato ad amare se stesso. Sapeva che il futuro della razza umana dipendeva da coppie in grado di raggiungere una relazione equilibrata. Il santo civile combatteva perchè venissero trattati bene non soltanto i bambini ma anche i feti: questi ultimi andavano protetti dalla coppia nevrotica che li aveva generati modificando la velenosa industria del parto. E combatteva anche per liberare la medicina dalle grandi industrie che fabbricavano droghe più dannose delle malattie. Giungere alla bontà del santo civile - estraneo ad ogni setta, dolcemente impersonale, capace di stare accanto ad una moribonda di cui non conosce il nome con la stessa devozione che riserverebbe a sua figlia, ad una sorella, una madre - mi pareva impossibile. ma ispirandomi ad alcune favole iniziatiche in cui gli eroi sono scimmie o pappagalli, o cani, tutti animali che hanno il dono dell'imitazione, decisi di adottare la loro tecnica. Di copia in copia, ogni giorno sarei pervenuto all'azione autentica.

Pensare all'imitazione della santità civile aveva dato una giustificazione alla mia vita. Eppure, nel tentativo di mettere in atto quella che era soltanto teoria, ho commesso grandi errori.

Alejandro Jodorowsky, La Danza della Realtà, 2001

giovedì 14 luglio 2011

Una visione della vita

Oggi la gente sembra guardare alla vita come a una speculazione. Non è una speculazione, è un sacramento. Il suo ideale è l'amore, la sua purificazione è il sacrificio.

Oscar Wilde

martedì 26 aprile 2011

L'architetto non è un'artista


Di una cosa sono assolutamente certo: niente è più pericoloso che consentire ad uno studente di pensare che una laurea in architettura sia allo stesso tempo il diploma di un'artista. Un architetto è un capomastro che, con il linguaggio espressivo più difficile conosciuto dal genere umano, ovvero la lingua del funzionalismo, della statica, della tecnologia della costruzione, risolve problemi concreti e, se la Provvidenza lo ha sufficientemente dotato, realizza forme di bellezza. Solo a pochi privilegiati riuscirà fare la somma di così tanti e spesso contrastanti elementi di un'espressione d'arte. In ogni caso, questo parere, per essere valido, deve essere accettato e confermato dal tempo, poiché l'architettura non ammette la frivolezza della moda e l'entusiasmo per le tendenze del momento. Per la grande maggioranza degli architetti sarà sufficiente ottenere, per soddisfare pienamente le esigenze funzionali, costruttive ed economiche, un aspetto estetico di soddisfacente correttezza.

Pier Luigi Nervi, Sondrio 1891, Roma 1976

mercoledì 2 marzo 2011

Libertà. Di chi?


...adesso quelle masse premono alle nostre frontiere pronte a entrare. Sono milioni ed il Vecchio Continente non sa cosa fare, al massimo balbetta frasi senza senso, ipotizzando addirittura missioni di pace in Paesi di guerra, le quali, per un'Unione priva di un proprio esercito e che non ha saputo trovare una soluzione per l'Afghanistan, sono la dimostrazione massima di ipocrisia ed incapacità. Fino a pochi giorni fa molte cancellerie europee esultavano di fronte alla caduta dei dittatori del Maghreb, quasi che le rivolte fossero l'avvio di una stagione di democrazia e libertà per il Nord Africa. Nessuno si è chiesto perché cadessero i regimi più morbidi e non quelli feroci tipo l'Iran. Nessuno ha riflettuto sul fatto che non sempre c'è relazione tra le condizioni di vita delle fasce popolari di quei paesi e la voglia di buttar giù il tiranno. In Sudan il reddito pro capite lordo è di appena 2.377 dollari eppure non ci sono state rivolte, mentre la ribellione è scoppiata in Libia, uno degli Stati in cui il reddito è superiore a quello di Romania, Serbia e perfino Brasile. Non sono la molla economica, la pancia vuota e la disoccupazione che hanno scatenato la voglia di abbattere il despota...Egitto, Tunisia, Libia. Tutti affacciati sul Mediterraneo, tutti a due passi dalle coste di Italia, Spagna e Grecia...Purtroppo di fronte a quello che rischia di trasformarsi in esodo biblico, in un'occupazione senza armi, almeno per ora, la UE non sa cosa fare. Essendo una mera espressione geografica, un'immensa burocrazia senza lingua, leggi, cultura comune e pure senza esercito, sta a guardare e ci condanna ad arrangiarci. Anzi, ci condanna e basta, perchè appena alziamo un dito per rimandarli da dove sono venuti l'Europa ci sanziona...

Maurizio Belpietro, Libero, venerdì 25 febbraio

venerdì 17 settembre 2010


Non c'erano fabbriche, perciò niente contorno di capannoni, di pali, di muri, di terra arida sconvolta e sassosa; paese e campagna respiravano con gli stessi polmoni. Le stesse ore, le stesse voci, gli stessi rumori: campane, ranocchie, ferrai, cicale, grilli, giocatori di morra, canto di donne, richiami alla voce; il rumore dei primi motori, riconoscibili come persone, si mescolava agli altri senza distruggerli.

Da "Giù la piazza non c'è nessuno", di Dolores Prato. Ed. Quodlibet.

sabato 7 agosto 2010

Bedrooms of the fallen


Le stanze da letto dei caduti...alcune stanze, dei 5mila morti americani nella guerra in Iran ed Afghanistan. Senza patriottismo, senza colori, senza giudizi. Ma con il disagio profondo di vedere segni di giovani persone che sono morte lontane da casa, con la paura nel cuore ed il pensiero alla propria famiglia...

Un equilibrio

L'essere umano deve trovare un equilibrio tra l'oggi ed il futuro. Se viviamo solo nel presente, e soddisfiamo solo i bisogni immediati, non otterremo mai niente di grande e di rivoluzionario. Se invece investiamo solo su ciò che riusciremo a realizzare tra dieci o quindici anni, rischiamo di perderci la vita per strada. Il problema, quando dobbiamo fare delle scelte, è che non ci sono garanzie di arrivare alla meta. La grandezza e il dramma dell'essere umano è di essere costantemente dilaniato tra il presente ed il futuro.

Da "Otto personaggi in cerca (con autore)", di Bjorn Larsson. Ed. Iperborea, 2009

domenica 25 luglio 2010

A cosa serve l'arte

A cosa serve l'arte? A impedire che i nostri occhi si liquefacciano guardando tutta la spazzatura che tutti vediamo in tv e al cinema per la maggior parte del tempo.

In genere il talento scarseggia. La mediocrità può essere scambiata per genialità molto più spesso di quanto un genio possa rimanere sconosciuto.
I collezionisti sono abbastanza insignificanti nell'ordine delle cose. Quello che importa e sopravvive è l'arte.
Il denaro è il messaggio...

Charles Saatchi, pubblicitario e collezionista (Baghdad, 1947)

mercoledì 26 maggio 2010

Al cuore dell'uomo

Scrive Cesare Pavese. "Qualcuno ci ha mai promesso qualcosa? E allora perchè attendiamo?". L'attesa è la struttura stessa della natura umana, l'essenza dell'anima. I grandi desideri e le grandi aspirazioni non sono un ostacolo o qualcosa che complica l'esistenza, ma sono ciò che rende l'uomo irriducibile proprio perchè essi sono il segno del suo rapporto con l'infinito.

Domanda. Da tempo desidero molto fortemente una vita che sia grande, ma non so che cosa sia una vita grande. Nello stesso tempo non voglio essere mediocre, perchè desidero una cosa che in fondo non conosco. Spesso penso di non essere in grado, avverto i miei limiti, la mia piccolezza in modo speciale. Però mi rendo conto, quando guardo le cose con lucidità, che quello che ho incontrato è veramente grande. Nello stesso tempo sono minato da qualcosa che insinua che questa "cosa grande" possa essere un'illusione, ed è tristissimo perchè allora veramente le cose per cui vivo vengono scosse. Però capisco che è meglio andare avanti, continuare a desiderare, anche se è una cosa che pian piano sembra che ti distrugge.
Risposta. Questa tua bellissima provocazione dice una cosa molto semplice: che tu desideri essere grande. Ma perchè desideri essere grande? Che cosa ti fa desiderare essere grande? Un animale non desidera di essere grande, questo desiderio è proprio del cuore umano. Quella natura che ti spinge a desiderare cose grandi è il cuore, quindi seguilo. Cosa vuol dire seguirlo? Vuol dire paragonare tutti gli incontri che fai con quello che il tuo cuore ti dice e, quando corrispondono, seguirli. Così andando avanti non solo non avraì la paura che sia un'illusione, ma capirai che in effetti non è un'illusione. Che sia un'illusione, infatti, è un preconcetto, un sospetto di chi è adolescente, cioè di chi non si è ancora impegnato nella vita. Segui il tuo cuore e gli incontri che corrispondono all'esigenza del tuo cuore, e cammina.

Tratto da "Reltà e giovinezza, la sfida", di Luigi Giussani. Ed. Sei, 1995.

lunedì 10 maggio 2010

"Raro cade chi ben cammina"
Leonardo Da Vinci

domenica 18 aprile 2010

sabato 17 aprile 2010

Gli occhi di Pasternak


Il mondo, Pasternak lo guardava attraverso la cura dell'orto, le finestre spesse della sua dacia, il premio nobel rifiutato, i gerani che lui amava, una malattia dovuta alla grande sofferenza di un uomo geniale ma messo a dura prova da un ambiente a lui vicino ostile, cupo, volgare. Lo guardava, il mondo, anche attraverso la sua televisione; le immagini in bianco e nero che uscivano dal piccolo schermo erano ingrandite dall'acqua che andava versata nell'intercapedine della doppia placca di plastica posta sul fronte.



Aprire una finestra è come aprirsi una vena.

In ogni cosa ho voglia di arrivare sino alla sostanza. Nel lavoro, cercando la mia strada nel tumulto del cuore. Sino all'essenza dei giorni passati, sino alla ragione, sino ai motivi, sino alle radici, sino al midollo. Eternamente aggrappandomi al filo dei destini, degli avvenimenti, sentire, amare, vivere, pensare effettuare scoperte.

Sei l'ostaggio dell'eternità, un prigioniero del tempo.

L'arte è una spugna deve succhiare e lasciarsi impregnare. Deve sempre essere in mezzo agli spettatori e guardare ogni cosa con una purezza, una ricettività, una fedeltà sempre più grandi.

L'arte non è pensabile senza rischio e sacrificio spirituale di sè.

L'uomo è nato per vivere, non per prepararsi alla vita.

Io non amo la gente perfetta, quelli che non sono mai caduti, che non hanno mai inciampato. La loro è una virtù spenta, di poco valore, a loro non si è svelata la bellezza della vita.

Il tempo è un grande maestro. Peccato che uccida tutti i suoi allievi.

Perdere la fanciullezza è perdere tutto. È dubitare. È vedere le cose attraverso la nebbia fuorviante dei pregiudizi e dello scetticismo.

Dichiarazione


E' il titolo di una poesia di Boris Pasternak. Il fatto di essere bloccato a Mosca, senza certezze sulla data del ritorno del nostro viaggio stampa organizzato da Wind Jet e Columbia Turismo, passa in secondo piano rispetto alla meraviglia di questa mattina, quando ho visitato la casa in cui Pasternak ha passato gli ultimi decenni della sue esistenza. Al secondo piano, la sua scrivania, quella su cui scrisse "Il Dottor Zivago", un testo osteggiato dal regime a tal punto che venne pubblicato per la prima volta in Italia, nel 1957, ed arrivò invece in Russia in via ufficiale solo nel 1988. Durante la visita, ad accompagnarci una guida che recitava a memoria le sue poesie, ed il trasporto con cui lo faceva era perfetto per evidenziare l'incredibile sonorità di quei testi; con quel linguaggio musicale, con quella forza di espressione, con quell'amore, le poesie hanno emozionato pur non avendone capito una sola parola.

Ed è anche mia, questa dichiarazione

Dichiarazione
Essere donna è un gran passo,
fare impazzire, eroismo.

E io dinnanzi al miracolo di mani,
schiena, spalle e di un collo di donna
con devozione di servo
la vita tutta riverisco.

Ma per quanto la notte m'incateni
con un anello d'angoscia,
più forte è al mondo l'aspirazione ad evadere
e la passione attira alle rotture.

mercoledì 14 aprile 2010

A Mosca


Mosca. 13 milioni di abitanti. tredici. lo chiamano viaggio stampa. sono stato in cabina col pilota che dice “prima volta in cabina?” rispondo “sì” ribatte “anche per me” e ride. fa più caldo che a casa. la guida dice “quello che è dorato è dorato” ed intende che quel che luccica è davvero oro, in metropolitana. e luccicano anche i pavimenti, pulitissimi, come tutta la città. la “s” qui si scrive con la “c”, e allora tutti a fotografare la scritta “cassa”. la chiesa di san basilio è fragolaepannacremaepistacchio. la benzina costa mezzo euro. la metropolitana 20 centesimi, e se non esci puoi viaggiare quando e dove vuoi. ma lo stipendio medio è 900 euro. per poco non compro a 10 euro un colbacco bianco che il venditore sponsorizza con un cartellino che recita “rabbit”. nella piazza rossa il mausoleo di lenin non ci sta proprio per niente. c’è pure una statua per marx, talmente squadrata che qui è chiamata “il frigorifero”. al funerale di stalin tale era la fila che sono morti calpestati in 200 e la guida dice “quel boia se li è portati via anche da morto”. i magazzini gum vendono merce italiana al triplo del prezzo. il merluzzo della cena sapeva di macchicken. la birra di birra. il caffè d’acqua calda. l’acqua di rubinetto, ma il pane era buono. qui hanno solo vittorie, quando le battaglie le hanno perse non si sa. 

martedì 13 aprile 2010

Lo sguardo verso l'alto

Più ci si eleva e più si è soli. Ma sulle cime delle montagne ogni viandante che incontri è un fratello, mentre in città la moltitudine non ha cuore, non ha nome.

giovedì 8 aprile 2010

La luce del sole


Quello che vorrei dipingere è la luce del sole sulla parete di una casa

Edward Hopper

venerdì 26 marzo 2010

Qualcuno al quale tu possa andar bene


Ti criticheranno sempre, parleranno male di te, e sarà difficile incontrare qualcuno al quale tu possa andar bene cosi!
Quindi vivi, fai quello che ti dice il cuore, la vita è come un opera di teatro, che non ha prove iniziali: canta, balla, ridi e vivi intensamente ogni giorno della tua vita prima che l’opera finisca senza applausi.

Charlie Chaplin

venerdì 19 marzo 2010

Miracolosamente non ho smesso di sognare

...i passi svelti della gente

la disattenzione le parole dette senza umiltà

senza cuore così solo per far rumore...


Elisa, "Qualcosa che non c'è"

venerdì 12 marzo 2010

La fedeltà non è un dovere, ma rende l'amore completo


Un tempo valeva la doppia morale, l'uomo pretendeva la fedeltà ma lui non era tenuto ad essere fedele. Oggi maschi e femmine sono sullo stesso piano. Dalle lettere che ricevo vedo che numerose donne sposate hanno un amante infedele e a cui sono infedeli, al punto che mi viene voglia di dire loro: «Ma perché non provate di nuovo con vostro marito, ripartendo da capo, cercando di amarvi davvero, con un vero erotismo e con una vera fedeltà?» Molti credono che sentimenti come l'esclusività, la fedeltà e la gelosia appartengano al passato, rappresentino una debolezza di cui nel mondo moderno si deve fare a meno. Per cui, anche se ami e sei riamato, ogni tanto puoi fare sesso con un altro e non succede niente, il vostro amore, la vostra relazione non ne viene alterata. Ma non è vero. Quando non c'è un amore puoi fare come vuoi, ma se sei innamorato devi stare attento perché l'amore è come un’opera d'arte, come una sinfonia in cui non puoi mettere dentro degli altri suoni a casaccio senza deformarla e distruggerla. E' poi un errore considerare la fedeltà solo un dovere. Nel grande amore essa non nasce dal dovere ma dal piacere.

Lo esprime con grande chiarezza questa donna quando scrive «Non andrò mai con un altro perché non voglio sciupare, inquinare le stupende sensazioni che provo con te. Basterebbe un contatto per intossicare irreparabilmente la loro purezza. Come una goccia di veleno inquina un'ampolla di acqua purissima, come mangiare la mela dell'albero maledetto nel paradiso terreste. La fedeltà ci concentra totalmente sul nostro amato, intensifica il nostro desiderio per lui e ci rende la vita divina. Questo vale anche per te. Se tu andassi con un'altra donna perderesti la strada che riconduce all'incantesimo che abbiamo raggiunto insieme». Nella passione amorosa la fedeltà viene desiderata perché rende l'amore completo. Chi si lascia tentare non potrà più ritrovare la totalità perduta perché una parte della sua anima sarà sempre lontana. E vorrei concludere questa mia dichiarazione eretica dicendo che non è nemmeno vero che il piacere massimo si ottiene cambiando continuamente partner. E’ una vecchia concezione maschilista di cui oggi si sono convinte anche numerose donne. Ma è falsa. Per raggiungere la pienezza del piacere occorre tempo, devi conoscere a fondo la persona che ami, accettare di amarla senza paura, senza orgoglio, senza tabù, senza mentire e cercare l'intimità totale, il piacere totale , l'abbandono totale.


(Francesco Alberoni, Pubblico&Privato, Il Corriere della Sera, lunedì 8 marzo)

mercoledì 10 marzo 2010

Vincere


A volte un vincitore è solo un sognatore che non ha smesso di crederci

Caravaggio, "Amore vincitore"

giovedì 25 febbraio 2010

Creatività irruenta


In Italia, sotto i Borgia, per trent'anni hanno avuto assassini, guerre, terrore e massacri e hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera hanno avuto amore fraterno, cinquecento anni di pace e di democrazia e cosa hanno prodotto? Gli orologi a cucù.

Orson Welles

venerdì 19 febbraio 2010

Cattivi ragazzi


I cattivi ragazzi piacciono alle donne? Dipende; quelle che ammiro io, non ci cascano.

Robert Downey Jr

martedì 16 febbraio 2010

Le care piccole cose che scompariranno


...obsoleto è ciò che è stato solito, comune, che abbiamo dato per scontato. E poi è passato: un oggetto, un modo di dire. E' finita l'era dell'"attimino", tramonterà anche quella dell'"assolutamente sì". Ma è scomparso anche il salumiere, sostituito da supermercati sempre più piccoli e diffusi. Resistono invece le sartine, per orli e aggiustamenti, ma in casa ormai nessuno rammenda le calze bucate. Sono rimasti in pochi a scrivere lettere vere, di carta: la mail è più veloce ed economica, ma ai giovanissimi anche la posta elettronica sembra vecchia...

Bruno Ruffilli, editorialista de La Stampa

venerdì 12 febbraio 2010

Poi ho dormito molto bene


Ieri sera, sotto quella breve nevicata dagli enormi fiocchi, è risalita alla mente la prima canzone che mi ha aperto il cuore. Era il 1989. Non c'è stato fastidio per averla dimenticata, ma solo gioia, per il dono di essersi fatta riscoprire. Stupore, meraviglia, gratitudine.

giovedì 4 febbraio 2010

Posso ben fare per 12 ore ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare tutta la vita...


Solo per oggi cercherò di vivere alla giornata senza voler risolvere i problemi della mia vita tutti in una volta.

Solo per oggi avrò la massima cura del mio aspetto: vestirò con sobrietà, non alzerò la voce, sarò cortese nei modi, non criticherò nessuno, non cercherò di migliorare o disciplinare nessuno tranne me stesso.

Solo per oggi sarò felice nella certezza che sono stato creato per essere felice non solo nell'altro mondo, ma anche in questo.

Solo per oggi mi adatterò alle circostanze, senza pretendere che le circostanze si adattino ai miei desideri.

Solo per oggi dedicherò dieci minuti del mio tempo a sedere in silenzio ascoltando Dio, ricordando che come il cibo è necessario alla vita del corpo, così il silenzio e l'ascolto sono necessari alla vita dell'anima.

Solo per oggi, compirò una buona azione e non lo dirò a nessuno.

Solo per oggi mi farò un programma: forse non lo seguirò perfettamente, ma lo farò. E mi guarderò dai due malanni: la fretta e l'indecisione.

Solo per oggi saprò dal profondo del cuore, nonostante le apparenze, che l'esistenza si prende cura di me come nessun altro al mondo.

Solo per oggi non avrò timori. In modo particolare non avrò paura di godere di ciò che è bello e di credere nell'Amore.

Posso ben fare per 12 ore ciò che mi sgomenterebbe se pensassi di doverlo fare tutta la vita.


Papa Giovanni XXIII

mercoledì 3 febbraio 2010

Con te si può parlare


Con te si può parlare/disordinare il destino/rimandare il mattino

Da "La sera", Morgan

martedì 2 febbraio 2010

Contro la recessione: uscire dalla palude mentale

La recessione economica si manifesta prima di tutto come crisi della fantasia, della creatività, chiusura nel recinto ristretto dove non rischi nulla, neanche la fatica di pensare. Se non puoi agire, infatti, smetti di progettare e poi smetti anche di immaginare, di sognare. E' il contrario di quanto avviene nelle grandi fasi di espansione. Dopo la Seconda guerra mondiale c'e stato un impetuoso sviluppo economico perché tutti sognavano un mondo nuovo.

La creatività non è stata solo economica, ma in tutti i campi. Nella scienza ricordiamo la scoperta del DNA, la teoria dell'informazione, la teoria del caos. Nel cinema registi come Fellini, Hitchcock e attori come Marlon Brando, Sophia Loren e Marilyn Monroe. E poi grandi pensatori come Sartre, Camus, Levy Strauss, Raymond Aron.

Nell'attuale recessione invece prevalgono la paura, la prudenza, per cui non solo non fai cose nuove, ma hai paura del nuovo. Così non appaiono grandi imprenditori, grandi scrittori, grandi pensatori e, se ci sono, non vengono riconosciuti. Il pubblico riceve prodotti scadenti e si abitua al mediocre, al brutto. Qualche anno fa la trasmissione dei pacchi era tenuta da Bonolis che inventava, improvvisava creativamente ed aveva un successo tale da mettere in crisi «Striscia la notizia». Oggi è una recita piatta, stereotipata, noiosa, ma la guardano lo stesso. E così avviene per le brutte fiction e le rubriche con le solite persone che dicono le stesse cose. La gente rinuncia a capire, si accontenta della cronaca, legge biografie che sono una prosecuzione del pettegolezzo. In mancanza del nuovo arriva il mostruoso. Nelle vecchie fiere di paese c'era la donna cannone e la donna serpente. Oggi per fare audience mettono nello spettacolo una escort, un trans, due lesbiche, un principe e, se li trovano, un nano e una gigantessa. Come si esce da una stagnazione che ha, come riscontro, la chiusura delle fabbriche, il fallimento delle piccole imprese, l'incubo della disoccupazione? Lasciando prima di tutto la palude intellettuale. Non facciamoci rovinare il gusto da cattivi spettacoli, cattivi libri, cattivi film e cattiva musica. Abbiamo a disposizione tutta la più elevata cultura mondiale, approfittiamone, spalanchiamo la mente a ciò che ci arricchisce emotivamente ed intellettualmente. Studiamo, lavoriamo, inventiamoci un lavoro, una attività nuova. Facciamo quello che avremmo sempre voluto fare e a cui abbiamo rinunciato per timidezza o per paura.

(Francesco Alberoni, Pubblico&Privato, Il Corriere della Sera, lunedì 1 febbraio)

lunedì 1 febbraio 2010

L'amicizia liquida

...L'era di facebook ha creato un nuovo tipo di rapporti umani: virtuali, invisibili, fluidi. E ha forgiato un universo in cui le "cose da raccontare" agli altri hanno preso il posto delle "cosa da fare" con gli altri. Ma non è ancora tempo di rimpianti. Soprattutto perchè i legami nati su internet non sono esclusivi. E non soppianteranno mai la voglia di abbracciare una persona che ci è cara...

...siamo animali sociali per eccellenza, anche se gli studi neuropsichiatri fissano a 150 il numero massimo di rapporti sostenibili...

Guglielmo Zucconi, editorialista de La Repubblica

martedì 19 gennaio 2010

Continueremo a scrivere

Continueremo a scrivere di poesia, ma senza viverla.

Che non ci bruci nel profondo, che non abbia a stupirci, che non debba capitare che ci sottragga a ciò che vediamo per darci in pasto a ciò che potremmo sentire.

Ne scriveremo, spesso con la notte, a volte di giorno.

A volte teneri, altre no, perchè certe parole mancano, certi sentimenti stentano e a piccoli passi restano sconosciuti.

Che non ci bruci, nel profondo.

domenica 17 gennaio 2010

Celebrato, o perdonato

Quando è sincera, quando esce dal bisogno di dire, la voce umana non c'è chi possa fermarla. Se le tolgono la bocca, lei parla con le mani, con gli occhi, con i pori, o con quello che sia. Perchè tutti, ma proprio tutti, abbiamo qualcosa da dire agli altri, qualcosa che merita di essere celebrato dagli altri, o perdonato.

da "Il Libro degli abbracci", di Eduardo Galeano

venerdì 15 gennaio 2010

Ecco come!

Ecco come desidero svegliarmi, ogni mattina. Come vorrei, sentirmi ogni giorno...

L'arte e il tempo


"Chi sono i miei contemporanei?" si domanda Juan Gelman.
Juan dice che a volte s'imbatte in uomini che puzzano di paura, a Buenos Aires, a Parigi, o dove che sia, e sente che quegli uomini non sono suoi contemporanei. Ma c'è un cinese che mille anni fa scrisse un poema su un pastore di capre che si trova molto lontano dalla donna amata e che nondimeno può sentire, nel cuore della notte, nel cuore della neve, il rumore del pettine fra i capelli di lei. E nel leggere quell'antichissimo poema, Juan si accorge che loro sì, quel poeta, quel pastore, quella donna, loro sono suoi contemporanei.

da "Il Libro degli abbracci", di Eduardo Galeano (foto)

martedì 22 dicembre 2009

Eternamente insoddisfatto

"Non rinunciate mai ai vostri desideri; cosa saremmo senza di loro?" (Amos Oz)
Desiderare, ma con lo stile dei Nouvelle Vague.




lunedì 21 dicembre 2009

Freddie Mercury, Kurt Cobain, l'amore per le cose che si fanno

Nella lettera che accompagna il suicidio, Freddy Mercury è l'unico cantante citato da Kurt Cobain. Il riferimento a ciò che si fa, ed alla passione che vi si mette, mi richiama al cuore, prima ancora che alla memoria, Save me.

"...da troppi anni, ormai, non provo più esaltazione ascoltando musica, o creando musica, o scrivendo davvero qualcosa, e per questo mi sento in colpa al di là di quanto le parole possano spiegare. Per esempio quando siamo nel backstage e le luci si spengono e sento alzarsi il ruggito della folla, io non provo dentro di me quello che provava un artista come Freddie Mercury, che sembrava amare e trarre energia dall’amore del suo pubblico, cosa per cui lo ammiravo e lo invidiavo...".


lunedì 3 agosto 2009

Io ce l'ho fatta


Dopo oltre 6 mesi torno al Blog. Pensavo...
ma cosa ha portato di buono nella mia vita?
Risposta: NULLA.
Ho trovato un paio di persone che non sentivo da 20/25 anni, e nulla più.
Quindi, tanto per andare controcorrente, fuckyoufacebook!

giovedì 20 novembre 2008

Le telecamere stanno per accendersi

Domani mattina, come sempre da 3 anni a questa parte a mattine alternate, si torna in studio per la rassegna stampa in diretta su Teleromagna. Si inizia alle 7.30, dopo aver letto i giornali, aver fatto l'autostrada, averli comprati, aver fatto colazione, in un cammino a ritroso che parte dalle 5.15. Almeno per me; per Enrico, il collega delle mattine alternate, non lo so...Comunque, il momento più emozionante, è quando si sta per partire, quando la voce dalla regia dice "1 minuto" e si respira forte, per fare meglio della volta prima, sempre meglio. Eccolo, l'ultimo minuto prima della sigla, dalla mia postazione.

lunedì 17 novembre 2008

Roll on

Pianificando una settimana molto lunga, pensando a quello che ho lasciato indietro dalla precedente, è il caso di fare un bel respiro, ringraziare di esserci ancora, rimboccarsi le maniche e partire, sereni ed alla grande. Questa è la giusta colonna sonora. Buona settimana!

domenica 9 novembre 2008

Mi presento


Sono nato a Roma, ho vissuto per qualche mese in Sardegna per poi finire a Forlì. L'odore della Sardegna e del Lazio resta comunque inconfondibile, e quando ci torno è come entrare in un forno artigianale, che quella sensazione buona ti viene incontro e ti fa fiero e tenero al tempo stesso. Mi piace quel pezzo di mondo che si vede dalla finestra di Roccantica, il Cerro Antiquo sul Cammino di Santiago ed i conigli del grande parco dove vado a correre anche d'inverno. Non ho problemi con caldo e freddo, cucine di altri paesi, letti corti e bagni che funzionano male. A bugie e tradimenti, ingordigia ed avarizia, stupidità ed ignoranza, invece, non farò mai l'abitudine. Mi piacciono i soldi, di cioccolato, e le grida, dei preti che giocano a calcio, e la musica, della foresta quando nevica. Non capisco il senso del possesso, né il desiderio di potere. Ringrazio Dio per le gambe, con cui voglio fare ancora molti chilometri, e per gli occhi, ché ogni sera quando vado a letto so di non aver mai visto abbastanza. Mi sento più ingenuo che furbo, più alto che basso, parecchio tatuato, più normale di molti, più pazzo di tanti, più lettera che numero, più suono di ogni altra cosa. Vorrei aver avuto una sola donna, oppure mille, ed essermi sposato una sola volta, oppure mille. E mi innamoro tante volte al giorno, di una canzone, di una frase, di un abito che si muove col vento, di un colore, di un dettaglio della pelle, di un odore, di uno spicchio di luce, di una voce. Quando me ne andrò vorrei avere un solo rimpianto: non aver vissuto tutte le altre vite possibili, che ogni giorno mi sfiorano nello sguardo di una donna, nella possibilità di un nuovo lavoro, nel desiderio di un'impresa sportiva, nell'ipotesi di una nuova avventura, nel fascino della bellezza dietro quella curva. E chissà perchè non ci siamo baciati...